Guida per interpretare i disegni dei bambini

Quante volte ci siamo interrogate sul significato dei disegni dei nostri bambini?
Lo sappiamo infatti bene, noi mamme: diamo ad un bambino un pastello colorato e lo renderemo felice.
Liberare il colore sul foglio è un gioco meraviglioso, magico, ma allo stesso tempo terapeutico. Sì, perché permette di liberare anche emozioni, sentimenti, ricordi e di parlare senza aver bisogno di parole.

Soprattutto se l’artista è piccolo, capita di dare poco peso alle sue “opere” e, magari, gettarle via, senza quasi guardarle. Io, invece, vi invito ad osservarle attentamente, perché potrebbero aiutarvi a conoscere meglio i vostri bambini.

Dopo aver seguito un corso sull’interpretazione dei disegni dei bambini, ho provato a “leggere” i miei disegni di quand’ero piccola (ancora gelosamente conservati da mia madre!) ed è stato un tuffo nel passato: paure, gioie, dolori, sensazioni che neppure ricordavo d’aver provato… erano i racconti della realtà come io la vivevo.

Proviamo a trovare il significato dei disegni dei bambini

Perché non provate anche voi a decifrare i disegni dei vostri figli? Premettendo che la simboleggiatura non va presa alla lettera, ma inserita in un’osservazione più ampia (che tenga conto anche dell’età e della maturità del bambino), ecco qualche strumento per interpretarli.

Come interpretare i disegni dei bambini

Orientativamente, un bambino attraversa queste fasi:

1) motoria (fino a 2 anni e mezzo circa): lo scarabocchio permette di scaricare energia con gesti sempre più consapevoli e controllati;
2) rappresentativa (fini a 4 anni circa): lo scarabocchio si evolve in un disegno più intenzionale, ma rappresenta ancora la realtà così come percepita dal bambino;
3) figurativa (fino a 11 anni circa): si passa dal realismo intellettuale (il bambino disegna la realtà così come la conosce e riesce a riprodurla) al realismo fotografico (il bambino inizia a riferirsi alla realtà come realmente è).

Diamo fogli e colori al nostro bambino e osserviamo.

Come disegna? Ecco gli elementi da valutare:

Foglio

(rappresenta l’ambiente da esplorare)
• completamente occupato dal disegno: il bambino è socievole ed estroverso, ha fiducia in stesso, verso gli altri e verso situazioni sconosciute;
• il disegno travalica il foglio: il bambino vuole essere al centro dell’attenzione ed è poco riflessivo;
• poco occupato dal disegno: il bambino è insicuro e introverso;
• il disegno è nella parte superiore: il bambino tende a rifugiarsi nella fantasia per sfuggire alla realtà;
• il disegno è nella parte inferiore: il bambino ha fin troppo i piedi per terra e potenzialità inespresse;
• il disegno è nella parte sinistra del foglio: il bambino ha paura del futuro e del mondo fuori casa;
• il disegno è nella parte destra del foglio: il bambino ha fiducia nel futuro e negli altri.

Tratto

• regolare e sicuro, prevalenza di linee curve: rivela buone capacità di adattamento, fiducia verso gli altri, espansività, socievolezza, libertà di esplorare, determinazione;
• irregolare e incerto, prevalenza di tratti spigolosi e cancellature: rivela introversione, paura di rimproveri e di sbagliare, aggressività e ansia.

Pressione sul foglio

• debole: indica sensibilità e timidezza;
• forte: indica irruenza, entusiasmo e grinta.

Colori

• caldi (rosso, giallo, arancione): preferiti da bambini estroversi, istintivi e curiosi;
• freddi (blu, azzurro, viola): preferiti da bambini timidi, razionali e introversi;
• punto di equilibrio: verde (indica sia tranquillità che ribellione).

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Cosa disegna?

Il sole (rappresenta la figura paterna)
• nascosto: segno di disaccordi col padre;
• senza raggi: indica un padre freddo o assente.

La figura umana rivela come il bambino percepisce se stesso. Osserviamo:

• la grandezza: una figura troppo piccola denota timidezza e scarsa fiducia in sé;
• testa: se molto grande indica egocentrismo o esuberanza; se molto piccola la difficoltà di relazionarsi agli altri;
• occhi: se molto grandi dimostrano curiosità; se molto piccoli introversione e diffidenza;
• naso: è legato alla sessualità;
• barba, baffi e capelli: denotano forza o bisogno di affascinare;
• denti: se presenti, indicano rabbia o aggressività;
• orecchie: se grandi denotano curiosità;
• cappello: se presente, esprime la sensazione di sentirsi sotto osservazione;
• collo: se molto lungo riflette il bisogno di rifugiarsi nei sogni o mettersi in mostra, se molto piccolo indica ansia;
• braccia: se aperte, esprimono apertura verso gli altri;
• mani: pugni chiusi o mani ad artiglio denotano aggressività;
• gambe: se molto lunghe indicano il desiderio di crescere; se molto corte il bisogno di protezione;
• piedi: rappresentano la stabilità, perciò, se mancano o sono molto piccoli, indicano timore verso l’ambiente e fragilità;
• assenza di tratti nel volto: simboleggia una negazione della realtà;
• presenza di bottoni sui vestiti: esprime la paura dell’abbandono.

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La famiglia. Osserviamo:

• il personaggio disegnato per primo: è colui che il bambino ammira di più;
• un personaggio assente o cancellato: esprime un rifiuto (anche come reazione ad un sentimento di gelosia) e una situazione di sofferenza;
• un familiare molto più piccolo degli altri: potrebbe essere visto come un rivale;
• un familiare molto più grande degli altri: potrebbe essere visto come una figura dominante, che lo inibisce;
• un familiare in disparte: indica difficoltà di stabilire un legame forte. Se è il bambino stesso a disegnarsi in disparte ciò può indicare la paura di essere cattivo;
• tutti i familiari separati tra loro: paura del contatto fisico;
• rifiuto di disegnare la famiglia: segnala un disagio o una sofferenza.

L’albero: rappresenta l’Io più profondo. Osserviamo:

• le radici: simboleggiano l’attaccamento alla famiglia, perciò, la loro mancanza indica un bisogno di affetto e rassicurazione;
• il tronco: se grande esprime ambizione e narcisismo, se proporzionato delinea un carattere indipendente, se esile indica chiusura; un buco sul tronco potrebbe esprimere la paura del buio;
• le fronde: se predominanti rispetto al tronco indicano un bambino fantasioso o pigro; se molto piccole indicano egocentrismo;
• la frutta: se attaccata ai rami indica estroversione, se sospesa indica sfiducia in sé e malinconia.

La casa (rappresenta come il bambino vive, i suoi rapporti con la famiglia e con l’esterno). Osserviamo:

• dimensioni: se è grande dimostra ospitalità, perciò estroversione; se è piccola timidezza e bisogno di conferme;
• porte e finestre: se sbarrate esprimono chiusura, pensati influenze da parte dei familiari o la paura della morte; se aperte denotano apertura e curiosità.

Proprio perché il bambino attraverso il disegno comunica qualcosa, evitiamo di giudicarlo o influenzarlo, perché non solo rischieremmo di bloccare la sua vena creativa e il suo bisogno di sperimentare ma anche di farlo chiudere in se stesso.

Proviamo, invece, a farci raccontare ciò che ha disegnato.

Per me è stato molto interessante, per esempio, scoprire che “scarabocchi” a prima vista tutti uguali, per mia figlia (28 mesi) rappresentavano me, il papà o altre persone a lei care. Ho provato a richiederle dopo un po’ ogni scarabocchio chi fosse e lei ha attribuito gli stessi scarabocchi alle stesse persone, dimostrando che per lei il disegno non era affatto casuale, ma voleva esprimere qualcosa.

Godiamoci, allora, le opere d’arte dei nostri figli e, perché no, utilizziamoli anche per decorare le pareti o il frigorifero di casa!

 

Per approfondire:
Federici Paola, “ Gli adulti di fronte ai disegni dei bambini”, FrancoAngeli, 2005
Crotti Evi, Magni Alberto, “Non sono scarabocchi”, Red Edizioni, 2002

Author

Laureata in Economia per inerzia e poi in Scienze della Formazione per passione, ora sono felicemente educatrice e mediatrice familiare (e ancora manager, ma solo per se stessa!). Adoro giocare con mia figlia, ma non mi sentirei completa senza il mio lavoro così, da brava – per modo di dire! - MammAcrobata, provo a conciliare tutto, a costo di star sveglia fino a tarda notte. Da anni, collaboro con diverse Associazioni che difendono i diritti dei minori e sostengono famiglie che vivono situazioni di disagio o sofferenza. Sono socia di un'Associazione, in cui mi occupo di formazione ed essendo appassionata di comunicazione e scrittura, sono anche scrittrice, blogger e web writer.

17 Comments

  1. Oh finalmente! Ma lo sapete che stavo proprio pensando di comprarmi un libro sul tema e questo post cade a fagiolo! non avete idea del disegno che devo decifrare…

    • ManuAcrobata

      Monica ora ci hai incuriosito però 😀

  2. La mia alunna, alla richiesta di disegnare la sua famiglia, ha disegnato tutti senza testa….. Non riesco proprio ad interpretare!

  3. Pingback: Come cambiano i bambini a 6 anni?

  4. Gentile Mariapaola, in ottica costruttiva le dico che quanto affermato da questo articolo è falso e non verificabile. Chi scrive ignora Arno Stern, pluripremiato dall’Unesco, ignora l’ISituto di Semiologia, ignora la Formulazione ma sopratutto ignora i bambini e il modo di procedere. Con tanta faciloneria si seguono queste teorie arcaiche che continuano a far danno sui bambini e a rubare loro il disegno come strumento di espressione e non comunicazione. La prego di informarsi e di di informare i suoi lettori nella giusta direzione. Cominci da “felice come un bambino che dipinge” e dal sito http://www.arnostern.com/it/praticien_it.htm

    • Mariapaola Ramaglia

      Gentile Anna, la ringrazio dello spunto di riflessione. Come ben specificato sul nostro sito, “Le informazioni contenute nelle pagine e negli articoli hanno carattere esclusivamente informativo e non hanno carattere né medico, né esaustivo: non possono, per tanto, essere intese come espressione di un parere o di una indicazione al fine di adottare decisioni”.
      Il tema ” disegni”, come lei ben saprà, è vasto e non può certo essere trattato in qualche riga. Inoltre, solo un professionista può dare valutazioni competenti e non basandosi su un unico disegno, ma inserendolo in una serie di batterie di test e varie osservazioni.
      Ciò che si può ritrovare in un semplice post è solo la comune simbologia di alcuni elementi… tutto qui. Perciò, la ringrazio di avermi dato l’occasione di sottolineare che, ovviamente, nessuno di noi può -né deve- improvvisare diagnosi osservando un disegno… Certo è, però, che disegnare è esprimersi e ciò non va sottovalutato.

  5. leonardo

    Salve Mariapaola, ho un bambino di 3 anni 1/2.
    Abbiamo iniziato l’asilo da pochi mesi con delle difficoltà (cerca continuamente sia il papà che la mamma). Ha iniziato a disegnare tutta la famiglia nell’ordine: MATTEO – PAPA’- MAMMA (alternando papà e mamma nella posizione centrale……La maestra ha sottolineato che lui dovrebbe disegnarsi tra mamma e papà e non di lato….Dobbiamo dare una valenza e un peso a tutto ciò?..grazie mille

  6. Nicoletta

    Post pericoloso. Dopo un corso leggere qualcosa nei disegni dei propri figli è come leggere un libro di Freud e cominciare a fare interpretazione dei sogni. Che cavolate. Queste cose, se hanno una fondatezza. Lasciatele fare a chi le ha studiate per anni in contesti accademici e che magari dopo anni di esperienza, potranno dire qualcosa. Perché non provate a leggere i disegni dei bambini? Cos’è, un passatempo? Ma dai siamo seri. Leggerete quello che vorrete leggerci, senza una minima base di veridicità.
    Mamme acrobate, rimaniamo nei territori che ci competono e dove veramente sappiamo fare la differenza con i nostri figli. A ognuno il suo lavoro. Grazie

    • Nicoletta

      E attenzione anche alle educatrici che interpretano i disegni!!!lo dico da titolare di asilo nido.

    • Mariapaola Ramaglia

      Sono assolutamente d’accordo con lei da mammacrobata e da educatrice! Come precisato dal sito “Le informazioni contenute nelle pagine e negli articoli hanno carattere esclusivamente informativo e non hanno carattere né medico, né esaustivo: non possono, pertanto, essere intese come espressione di un parere o di una indicazione al fine di adottare decisioni”. Le diagnosi non le può fare neppure uno specialista basandosi su un solo disegno, figuriamoci un profano. Comunque grazie per la precisazione. Io confido sempre nel buonsenso delle persone e su internet ci lavoro, perciò ritengo scontato che non ci si debba affidare ad un sito per fare nessun tipo di improvvisata autodiagnosi (questo vale in generale), ma effettivamente non costa nulla ribadirlo. Ad ogni modo, il senso del post vuole essere solo il sottolineare che i bimbi comunicano anche attraverso i disegni, perciò leggere insieme un disegno o farselo raccontare è così interessante! Non per diagnosticare, ma perché significa ascoltare e dare importanza a qualcosa che molti liquidano come semplici scarabocchi e invece sono molto molto di più.

      • Nicoletta

        Farsi raccontare i disegni, vere opere d’arte dei nostri bimbi, è divertente e ci apre gli occhi a nuovi orizzonti. Io lo faccio anche con le opere d’arte famose. Chiedo alla mia bimba cosa lei veda e ne escono sempre di belle. Dilettevole ma è anche un modo per appassionarsi all’arte. Non è mai troppo presto per iniziare. I bimbi vedono cose che noi adulti non vediamo più.
        Buon disegno a tutti e buona Pasqua.

  7. Mi piacerebbe Che interpretasse Il disegno di Mia figlia di 8 anni grazie

  8. Il sole senza raggi indica un padre freddo o assente??? Ma stiamo scherzando. Non solo quello che è scritto sul blog è privo di fondamento, ma anche pericoloso. Lasciamo ai bambini la tranquillità di disegnare ciò che vogliono, come vogliono e come sentono. Senza interrogarli, indirizzarli e giudicare ciò che hanno disegnato per trarre conclusioni opinabili, inesatte e fuorvianti. Non induciamo i genitori a individuare tratti o problemi caratteriali dei figli attraverso ciò che dipingono. Mi dispiace MariaPaola non sono d’accordo, brutto blog. Riempire un foglio completamente è un’esigenza naturale dei bambini, si tratta di pullulamento, non significa che il bambino è necessariamente socievole ed estroverso. Se il disegno è nella parte inferiore, come si può sostenere che il bambino ha “fin troppo i piedi per terra e potenzialità inespresse”. Sono affermazioni profondamente sbagliate. Come si fa a trarre una deduzione del genere? Mah…..

    • nicoletta

      Concordo.
      L’avevo già espresso ma va bene ripetere.

  9. Gentile Mariapaola,
    ancora non ci siamo capiti. cercherò di essere più ferma perchè nuovamente non basta appellarsi al buonsenso e al senso medico. Il disgeno dei bambini non va invaso nè confermato con domande e risposte. Le insicurezze degli adulti devono trovare risposte altrove. Le chieod nuovamente se conosce ARNO STERN …e se non lo consoce la prego di leggerlo perchè senza questa vcoe scientifica ed autorevole lei ignora molto, tutto. Esprimere non vuol dire che il padre è assente e la madre punisce o a calcio non vogliamo andare…esprimersi vuol dire percepirsi. Non c’è quindi da chiedere nulla. Lei ignora tutto del disegno, scrive falsità …è l’unico buonsenso è chiedere scusa ai genitori.