Mamma non si nasce, ne parliamo con Serena Sabella in arte Bismama 2.0 - Mammeacrobate

Da pochi mesi è uscito il suo libro Mamma non si nasce e finalmente abbiamo potuto scoprire qualcosa in più di questa amatissima blogger, Serena Sabella, che però tutti meglio conosciamo come Bismama 2.0

Forse qualcuna potrà obiettare che di libri sulla maternità ne sono stati scritti già parecchi. Noi vi assicuriamo che da ognuno di questi, per lo più basati su reali esperienze di vita come il libro di Bismama, una mamma – ma ancor più una futura mamma – può trarre forza, consigli, farsi una risata o sentir scendere una lacrimuccia, pensare “a me questo non succederà mai” e subito dopo ritrattare quel pensiero perchè in fondo, e lo sappiamo bene, siamo tutte uguali e impreparate di fronte all’arrivo di un figlio e leggere di altre donne che ci sono passate prima di noi non può che essere di grande aiuto!

Questo genere di libri non sono mai banali, scontati o “già visti”, sono invece veri, sinceri e diretti dritti al cuore. Sono una buona lettura.

E se siete incuriosite e vi va di saperne di più su Serena Bismama… leggetevi qui sotto la sua “acrobatica” intervista!

 

1) Domanda di rito: raccontaci brevemente chi è Serena e chi è Bismama 🙂

Serena è Bismama! Nulla di più e nulla di meno. Quello che scrivo sul blog è quello che sono realmente quindi leggendomi, conoscete la vera me: una ragazza (donna mi fa ancora un po’ strano) di 30 anni con un marito, due nani e una quantità indefinita di pesci rossi.

2) Perchè un bel giorno hai deciso di iniziare a aprire un blog?

Le mie gravidanze e i relativi parti sono stati veramente intensi e, soprattutto il primo, particolarmente da cartone animato a causa delle problematiche che ho incontrato. Era tutto talmente assurdo che ho pensato: o ci rido o mi lancio dal cornicione. Senza paracadute! Dopo un lungo percorso interiore ho deciso di aprire il blog scegliendo di non cadere!  

3) E invece perchè un bel giorno hai deciso di scrivere un libro?

Il libro è stata una bellissima opportunità. Non smetterò mai di ringraziare la editor di Red! che ha creduto in me da subito e mi ha proposto come nuovo titolo in consiglio editoriale!
L’idea nasce appunto da queste due esperienze così travagliate ma anche così inverosimili da pensare che siano inventate. Poi, invece, scopri che capitano a talmente tante donne che non puoi fare a meno di condividerle per cercare di sentirti (e spero “far sentire”) meno sola! La ricerca di una maternità, le difficoltà, il test positivo, la gioia e poi una depressione post partum che non ti aspetti. E poi il desiderio di maternità che si riaffaccia. Tanta vita e tanti pensieri che valeva la pena fermare e regalare a chi avrà voglia di leggerli!

4) Come si diventa mamma? (vogliamo la tua ricetta segreta!!)

Allora: prendi un uomo, un babydoll, una donna, apri il libro del Kamasutra su una pagina a piacere e segui le istruzioni
Non lo so come e quando io abbia cominciato a sentirmi davvero Mamma (con la M), cioè proprio in quei panni! So che ho un mio modo di fare la mamma. Non so se sia giusto o sbagliato, però è il mio modo costruito su di me e sui miei figli.

5) A chi vuoi dire grazie per averti sostenuto nel tuo percorso per “diventare mamma”?

Oh ma sicuramente a LUI! IlMaritoIdeale che mi ha supportato e sopportato.
Seriamente non so quanti uomini avrebbero avuto la pazienza e la fiducia che ha sfoderato lui in alcune situazioni. Dico spesso che lui è la mia spina dorsale, senza non starei nemmeno in piedi!

6) Il primo mito sulla maternità che hai sfatato dopo la nascita del tuo primo figlio?

Le amicizie! Quelle che hai prima e soprattutto nano-free scappano a gambe levate temendo che la maternità sia una roba contagiosa. Ok, non tutte e forse non mi ci sono impegnata io, però i rapporti sociali cambiano tantissimo.

7) Che rapporto hai con i sensi di colpa? Di solito le mamme ne abbondano sempre…

Spesso e volentieri li ignoro. Cioè li ho anche io e a volte ne parlo sul blog, ma poi li razionalizzo e penso che realmente sono solo delle paturnie mentali. Quando ho troppo da fare non ho nemmeno tempo per i sensi di colpa. Quindi + work – guilt!

8) Leggendoti si sorride spesso, ci si diverte, il tuo approccio umoristico e sagace sdrammatizza la routine mammesca con le sue gioie e i suoi dolori… ma sappiamo bene che alcuni momenti della vita di una neomamma hanno ben poco di comico… come il baby blues ad esempio. Ci puoi raccontare la tua esperienza e come lo hai affrontato?

Per raccontare il mio baby blues ci vorrebbero ore.
Non è stato un bel periodo e nemmeno una passeggiata. C’è voluto l’ascolto da parte di persone competenti e il sostegno della mia famiglia. Il sorriso di chi avevo intorno, anche in quel caso, è stato fondamentale! Ecco perché penso che l’umorismo in ogni circostanza sia terapeutico!

9) Una frase di incoraggiamento per tutte le mammeacrobate che non sono nate mamme ma lo stanno diventando…

Non esistono mamme perfette o modelli da imitare! Non fatevi troppe domande e non mettetevi sotto esame. Cercate solo di essere felici e renderete felici anche i bimbi!

 

Grazie Serena!

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