Lettera a un’amica che un giorno sarà mamma

Cosa pensavo prima di diventare mamma, io quasi non lo ricordo più.

Ricordi che sembrano lontani, ma che mi sono tornati in mente mentre seguivo le puntate di Ostetriche. Quando nasce una mamma il docureality appena conclusosi su RealTime, realizzato in collaborazione con Chicco e con il suo Osservatorio.

Vedere le future mamme protagoniste alle prese con l’arrivo dei loro bimbi, mi ha fatto ripensare a com’ero prima che nascessero le mie figlie. Avevo idee e convinzioni ben radicate, come mi capita spesso su tante questioni della vita.
Se dovessi provare a trovare una metafora per spiegare come ragionavo prima del loro arrivo potrei dire che prima tutto era bianco o nero, poche volte grigio. Ora le sfumature di colore sono così infinite che non si contano nemmeno più.

Credevo che dare orari a un neonato sarebbe stata la cosa più semplice del mondo. E invece.

Ero certa che tra me e lui non ci sarebbero stati scossoni dopo un figlio. Eppure.

Pensavo che sarei tornata a lavoro il più in fretta possibile perché amo tantissimo il mio lavoro. Ma.

Qualcuno forse aveva pure provato a dirmelo, prima. A raccontarmi come è davvero la vita dopo un figlio, cosa cambia e cosa resta uguale. Ma chissà, forse la cosa più importante da dire in fondo è solo e unicamente una: non cambia qualche cosa, CAMBI PROPRIO TU. E Lui con te.

Ho chiesto ad una cara amica-non-ancora-mamma di aiutarmi in questa riflessione, di farmi delle domande, quello che da donna che un domani sarà madre vorrebbe sapere. Senza vergogna, incertezze, timore di ricevere risposte.

Le ho promesso che risponderò con sincerità, ma la premessa è che queste che seguono sono solo le MIE risposte, la mia esperienza e forse non sarà la tua, o la sua, o quella di qualche altra amica.

Ma sono anche certa che queste risposte, in qualche modo, la aiuteranno. Anche solo a capire prima che non esiste il bianco o il nero, esistono infinite sfumature quando si diventa genitori e la cosa migliore che tu possa fare è condividere la tua esperienza e ascoltare quella altrui.

Perché genitori non si nasce, lo sappiamo. Semmai si diventa.

Riuscirò a ritagliarmi del tempo per me senza sentirmi in colpa di toglierlo a mio figlio?

Non subito, non facilmente. Tutti ti diranno che il tempo per te stessa è fondamentale, che per essere una mamma serena devi prima essere una donna serena, che senza di te il tuo bimbo sopravvive e che la sua vita non ruota solo intorno a te.

Tutto vero, e forse è esattamente quello che tu pensi in questo momento.

Ma dopo, non lo penserai più. Per diverso tempo tu non vorrai togliere tempo a tuo figlio, non penserai a fare cose senza di lui. E non (solo) perché sentirai dentro di te i sensi di colpa che affiorano solo al pensarci, ma perché sarai tu che avrai bisogno di lui, la tua vita ruoterà intorno a lui, senza di lui tu non sopravviverai.

La cosa può forse spaventarti ora, ma la notizia positiva è che sarà tutto, assolutamente, normale.
Potrà durare ore, giorni, mesi, anni. Nessuna mamma sa quanto durerà quel bisogno estremo di avere suo figlio tra le braccia senza immaginare e volere altro al mondo.
Sarà una delle emozioni più grandi che proverai, e forse sarà quello il momento in cui ri-nascerai mamma.

Come capire che le scelte che facciamo (soprattutto quando i figli sono piccolissimi) sono quelle giuste? 

Fidati di te stessa, segui l’istinto.
Consiglio banale? Non credo. Ho sperimentato su me stessa e ascoltato tantissime storie di altre mamme e quando è stato seguito l’istinto non si è sbagliato.
Una madre lo sa. Concita De Gregorio ha intitolato così un suo libro, bellissimo. Ti consiglio di leggerlo.

Capiterà di pensare (in momenti particolarmente duri) “chi me lo ha fatto fare” senza sentirsi una persona orribile?

Capiterà, eccome se capiterà. Spesso ti sentirai una persona bruttissima, orrenda, rimpiangerai quel pensiero e ti maledirai per averlo fatto. Altre volte invece quel pensiero sarà come prendere una boccata di ossigeno, ti servirà per non impazzire, ti ricorderà che sei umana, fallibile, ti ricorderà che esisti anche tu.

Qual è il cambiamento più grande che mi devo aspettare nella vita di coppia?

Il cambiamento più grande non riguarderà la coppia, ma voi due. No non ho sbagliato a scrivere.
Tu e Lui ri-nascerete. Tu e Lui diventerete due nuove persone.
Prima cambierete voi due, singolarmente. Poi di conseguenza cambierà la coppia.
Spesso non ci si accorge di questa mutazione. Altre volte è così intensa e profonda che potresti addirittura riconoscere l’esatto istante in cui accadrà.

La parte difficile, come in ogni evoluzione, sarà cambiare andando sempre nella stessa direzione.
La parte bellissima sarà renderti conto che a differenza di altre prove della vita, diventare genitori è un cambiamento radicale sì ma meravigliosamente bello e che quella strada, sempre insieme, non sarà poi così difficile da percorrere.

Cosa mi sarà più utile i primi mesi?

Chiedere aiuto. Questo ti servirà soprattutto all’inizio e troppo spesso noi donne non siamo capaci a farlo, dobbiamo imparare.
Quando si diventa genitori non deve più esistere la vergogna, l’orgoglio, la paura di non essere all’altezza. Proverai questi sentimenti, tutte li proviamo, ma è meglio sapere fin da ora che non dovrai permettere loro di sovrastarti.
Chiedi aiuto, sia pratico-gestionale sia emotivo-psicologico. Non aver paura a delegare incombenze, a Lui, ai parenti che avrai vicino, alle amiche più fidate, o chiedere pareri e consigli a professionisti ed esperti.

Impara a chiedere e poi impara ad accettare una mano e/o un consiglio. E se hai la possibilità di farti aiutare da una professionista, un’ostetrica che ti dia il supporto che ti servirà soprattutto nelle prime settimane, ben venga. Se potessi tornare indietro è una possibilità che avrei sicuramente valutato per sentirmi più sicura di me.

Ma infine, l’ultima decisione spetterà a te/voi. Perché in quel momento, quando sarà da capire da che parte andare, cosa fare, cosa scegliere, ancora una volta, capirete che siete diventati genitori.

 

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photo credit: 123RF Archivio Fotografico

Author

Digital Lover e socialmediaholic, da sempre web addicted e dal 2007 anche mamma (acrobata) di Arianna e dal 2012 di Micol. Mammeacrobate è la mia terza creatura! Qualcosa di me la trovi anche qui www.manuelacervetti.com

2 Comments

  1. Guardandomi indietro, mi rendo conto di essere passata da una fase di certezze granitiche ad una di prove e tentativi. E di non essermene nemmeno resa conto. I si deve sono diventati dei forse potremmo, che sono però accompagnati e sostenuti da una consapevolezza maggiore, da una sicurezza che, paradossale, cresce ogni giorno. In un meraviglioso mondo pieno di grigi.