Le prime pappe - Mammeacrobate

Le prime pappe

Si dice che le prime volte siano sempre da ricordare… mah! Io dico che da questa “Prima volta” avrei dovuto capire tante cose.

 

La mia storia di maternità racconta “la prima pappa” e inevitabilmente le mie “prime volte” sono due: perché due bimbi, due storie, due caratteri, due mondi!

Premetto: quando vi dicono che ogni figlio è a sé…è vero! E sono sicura che le mamme bis tris etc. mi daranno ragione.

Lo posso giurare: con T. – il mio primo bimbo – ero stra-convinta che il cibo non avrebbe mai potuto essere un problema: con tanta mamma!! Io ho sempre mangiato per 3…la natura mi ha aiutata e soprattutto mi ha aiutata un buon metabolismo ma ho sempre amato mangiare

 

Beh, lui no! E si è visto subito…un boccone e bocca serrata. Dopo una settimana…due bocconi e bocca serrata. Altra settimana e altro boccone. Ma che fatica! E che stress. Si perché in fondo questo è un tasto dolente.

Per noi mamme (italiane?) “un bimbo che mangia è sinonimo di un bimbo sano!”. E non serve aver da anni di fianco un compagno che mangia il triplo quando sta male, o il fatto che io più sono stressata è più mangio (ok questa è una scusa lo so).

 

Mangiare (tanto) è salute e se non mangia “ecco sta male!”.

Ma torniamo in tema. La prima. Quel bel giorno in cui mi sono convinta a fare il primo passo verso la separazione…si perché niente è stato per me paragonabile alla fatica di dovermi convincere che non l’avrei nutrito più solo io ma che chiunque l’avrebbe potuto fare (poveri figli nostri!).

 

Scherzi a parte si comincia!

Domenica. Tutti a tavola.

Posate nuove di zecca, piatti che fanno invidia alla dote più ricca e bavagli ultima moda e quell’immagine del bimbo tutto sporco di pappe sulle guance che ride di gusto.

Carino no? No?? Come no? Ah perché voi lo sapevate che la pappa presente sulle guance era già precedentemente stata condivisa con la parete di fronte, il tavolo e le sedie e che quel sorriso in realtà era una smorfia di orrore misto a repulsione? Io no!! L’ho capito dopo.

La prima pappa di T. è stata un disastro. E il problema è che non abbiamo migliorato poi tanto col tempo, non è bastata la mia cucina raffinata, i libri di ricette in cui riversiamo tante speranze che mixano brodo, verdura, carne al vapore con altra verdura al vapore e al massimo la variante pesce al vapore a fargli cambiare idea!

 

Poi però è arrivato F. Lui addirittura ha deciso di snobbare anche il biberon! Immaginatevi quindi le aspettative con cui mi avvicinavo al momento della prima pappa. Terrore allo stato puro. Anche per questo con lui sono partita a rilento.

Ancora vittima di mille dubbi: forse con T. avevo iniziato presto, non avevo a sufficienza capito i segnali, seguito i suoi tempi. Non con F! Avrò meno fretta, nessuno mi corre dietro…tranne lui con forchetta e coltello in mano!

Si perché praticamente lui me le ha chieste le pappe. E quindi quando i segnali sono stati irrevocabilmente chiari abbiamo iniziato. La pediatra mi aveva avvisata (forse consapevole dell’esperienza precedente): “non lo forzi, stia tranquilla se all’inizio mangerà solo qualche cucchiaio”.

Aveva detto 2 cucchiai, o forse 3, no… sicuramente 4, o magari 5…vado avanti? Nooooo. Non sarà troppo?

Non gli creerò un trauma? Non lo starò forzando?

Cavoli ne ha mangiata più di metà ma mi sembra abbia ancora fame….Finita, beh dai come inizio non c’è male!

 

Beh mamme care, c’è speranza per tutte! E soprattutto…la colpa non è nostra! O non del tutto.

Mangiare è un piacere, mangiare deve essere un piacere per loro. Forse è nel momento in cui ribaltiamo questa relazione che iniziano i problemi.

Credo che se F. avesse potuto (o saputo) parlare, la sua prima parola sarebbe stata e sarebbe “Ancora!”. Ma questo è un altro post.

 

Questo post fa parte del progetto “Mellin cuore di mamma”. Racconta anche tu la tua storia di maternità sul sito www.mellincuoredimamma.it: per ogni storia caricata, Mellin donerà 1 euro all’associazione onlus Magica Cleme, che offre a tutti i bambini in cura e alle loro famiglie un momento di svago al di fuori delle mura ospedaliere.

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Author

Laura Campagnoli, mamma di Tommaso e Francesco, una passione irrefrenabile per tutto ciò che ruota intorno alla casa ma incapace di gestirla (la casa), un marito superattivo eco-addicted e un lavoro più che full time. Pigra fisicamente ma non di mente. Acrobata come tante mamme in (precario) equilibrio tra lavoro, casa, bimbi, marito, amiche, genitori e nonni, hobby e sport (poco)… e non necessariamente in quest’ordine!

6 Comments

  1. … il problema è qui:
    Laura dice: “Quel bel giorno in cui mi sono convinta a fare il primo passo verso la separazione…si perché niente è stato per me paragonabile alla fatica di dovermi convincere che non l’avrei nutrito più solo io ma che chiunque l’avrebbe potuto fare (poveri figli nostri!).

    Scherzi a parte si comincia!

    Domenica. Tutti a tavola.”

    Quello che si nota è che LA MADRE ha deciso quando il figlio non doveva aver più bisogno del latte. LA MADRE ha deciso che ci volevano le pappe.
    Se avesse chiesto AL BAMBINO cosa voleva fare, sicuramente si sarebbe risparmiata tutto questo stress.
    Ci sono bambini che a 5 mesi azzannano tutto quello che gli passa a portata di bocca. Altri che a 8 ancora spiluccano proprio per farti contenta, ma ne farebbero volentieri a meno.
    Avete mai visto un bambino morto di fame in Italia? Avete mai sentito parlare di un bambino che si fa morire di fame? Io no… Certo ci saranno delle patologie particolare per cui bisognerà agire diversamente… ma appunto si parla di PATOLOGIE, NON della norma.

    Rispettiamo ulteriormente i bambini e lasciamo che raggiungano le tappe la natura ha predisposto per loro secondo il LORO calendario e secondo le LORO inclinazioni, non quelle di terzi. Poi avranno tutta la vita per assicurarsi che non sono in ritardo con le scadenza, ma almeno quando sono ancora in fasce, lasciamoli fare. Ne guadagneremo tutti.

  2. Lauracrobata

    carO vero? Immagino che, nonostante il nome possa in alcuni casi rimandare anche a una donna, u sia un uomo…e già lo so che sto risultando antipatica ma intanto ti dico che il tuo commento mi fa molto piacere!! Ma…passami la lievissima polemica…è un punto di vista molto bello, romantico ma
    poco realistico.

    Ma dato che in linea teorica sono assultamente d’accordo con te ho pensato fosse giusto a questo punto approfondire un pochino meglio questo
    aspetto.

    Avevo considerato quel post non la sede adatta ma visto che me lo chiedi… 🙂 aggiungo…

    Quello che si nota è che ancora una volta una madre ha dovuto decidere di non potersi permettere di dare la priorità assoluta al suo bambino perchè il suo ruolo di “cittadino lavoratore” si stava, come dire,
    facendo sentire! la nostra società cosi poco orientata alla famiglia e alla sua tutela oltre che in primis al suo rispetto stava di nuovo prevaricando sulla naturalezza del rapporto madre-figlio (quello del rapporto padre-figlio peraltro viene messo a dura prova da molto prima)
    Ho passato ore a tirare il latte riempiendo freezer e biberon (T. per lo meno il biberon lo prendeva cosa che non fa F.) ma credimi coprire 2/3 poppate al
    giorno con il latte tirato stava diventando un tantino pesante.

    Rispettiamo le mamme e di certo saranno più rispettati anche i tempi (giustissimi) dei bambini….

    Un abbraccio Andrea

  3. LaurAcrobata

    Intanto ti dico che il tuo commento mi fa molto piacere perchè mi da l’opportunità di chiarire un punto forse non chiaro ma che sono certa troverà d’accordo molte mamme

    Il tuo punto di vista molto bello, romantico ma
    poco realistico.

    In linea teorica sono assultamente d’accordo con te tranne che su un punto: io non HO DECISO quando era il momento di “integrare” il latte con altri cibi. I miei figli hanno avito bisogno del latte…SEMPRE. Il mio secondo figlio è allattato ancora adesso che ha 16 mesi e credo che la cosa andrà ancora per le lunghe
    aspetto.

    quindi permettimi di modificare leggermente il punto di vista o magari suggerirne un altro…da mamma…che non ha potuto scegliere di dedicarsi completamente ai suoi figli:

    QUELLO CHE SI NOTA è che ancora una volta una madre ha dovuto decidere di non potersi permettere di dare la priorità assoluta al suo bambino perchè il suo ruolo di “cittadino lavoratore” si stava, come dire,
    facendo sentire! la nostra società, cosi poco orientata alla famiglia e alla sua tutela oltre che, in primis, al suo rispetto stava di nuovo prevaricando sulla naturalezza del rapporto madre-figlio (quello del rapporto padre-figlio peraltro viene messo a dura prova da molto prima).

    Ho passato ore a tirare il latte riempiendo freezer e biberon (T. per lo meno il biberon lo prendeva cosa che non fa F.) ma credimi coprire 2/3 poppate al
    giorno con il latte tirato stava diventando un tantino pesante.

    Rispettiamo le mamme e di certo saranno più rispettati anche i tempi (giustissimi) dei bambini….

    Un abbraccio Andrea

    • Ciao Laura,

      capisco benissimo i problemi di dover conciliare lavoro e famiglia, però il mio punto di vista mi sembra pragmatico più che romantico…
      Dopo tutto con con T. se avessi aspettato un altro mese per cominciare ti saresti risparmiata un sacco di pene, tanto mi sembra di aver capito che in quel primo mese non era successo un gran che (ma poi che è successo?).
      Se un genitore deve tornare a lavoro a 4 mesi o prima, fa sicuramente meno danno se abitua il bambino a prendere il latte anche dal biberon (diciamo dopo le 6 settimane così da non rischiare di compromettere l’allattamento) piuttosto che dargli da mangiare i solidi troppo presto quando chiaramente non è pronto.

      Tirarsi il latte deve essere una delle scocciature più grandi mai viste, ma far mangiare un bambino a forza non mi sembra un alternativa valida.

      Chiaramente le madri dovrebbero avere la possibilità di stare più a lungo con i propri figli prima di tornare a lavoro. Su questo non ci piove, ma purtroppo, allo stato attuale delle cose, non sempre ce lo si può permettere, ma questo è il tema per un altro post.

      Dico solo che la soluzione non è necessariamente una sola e obbligatoria. Dopo tutto lo dici anche tu nel tuo post: “Mangiare è un piacere, mangiare deve essere un piacere per loro. Forse è nel momento in cui ribaltiamo questa relazione che iniziano i problemi.”
      Come non essere d’accordo con quest’affermazione:)

      NOTA PER LA REDAZIONE:
      Continuo a NON ricevere le notifiche dei nuovi commenti. Non credo di averne MAI ricevuta una:(

      • LaurAcrobata

        [quote name=”Andrea”]Ciao Laura,

        capisco benissimo i problemi di dover conciliare lavoro e famiglia, però il mio punto di vista mi sembra pragmatico più che romantico…
        Dopo tutto con con T. se avessi aspettato un altro mese per cominciare ti saresti risparmiata un sacco di pene, tanto mi sembra di aver capito che in quel primo mese non era successo un gran che (ma poi che è successo?).
        Se un genitore deve tornare a lavoro a 4 mesi o prima, fa sicuramente meno danno se abitua il bambino a prendere il latte anche dal biberon (diciamo dopo le 6 settimane così da non rischiare di compromettere l’allattamento) piuttosto che dargli da mangiare i solidi troppo presto quando chiaramente non è pronto.

        Tirarsi il latte deve essere una delle scocciature più grandi mai viste, ma far mangiare un bambino a forza non mi sembra un alternativa valida.

        Chiaramente le madri dovrebbero avere la possibilità di stare più a lungo con i propri figli prima di tornare a lavoro. Su questo non ci piove, ma purtroppo, allo stato attuale delle cose, non sempre ce lo si può permettere, ma questo è il tema per un altro post.

        Dico solo che la soluzione non è necessariamente una sola e obbligatoria. Dopo tutto lo dici anche tu nel tuo post: “Mangiare è un piacere, mangiare deve essere un piacere per loro. Forse è nel momento in cui ribaltiamo questa relazione che iniziano i problemi.”
        Come non essere d’accordo con quest’affermazione:)

        NOTA PER LA REDAZIONE:
        Continuo a NON ricevere le notifiche dei nuovi commenti. Non credo di averne MAI ricevuta una:([/quote]

        p.s. T. non ha iniziato le pappe a 4 mesi
        T. ha 5 anni continua apensare che mangiare sia una perdita di tempo (tranne le cotolette sia chiaro!)

  4. Kelia Working moms

    Verissimo Laura, ogni figlio è a sè! Lo vedo anch’io con le mie bimbe adesso. Devo dire che l’impatto con le prime pappe per entrambe è stato simile, hanno accolto con gioia i loro primi assaggi, poi dopo con la grande che ha 29 mesi adesso le cose sono un pò cambiate alla nascita della sua sorellina. Per 5 lunghi mesi ha smesso di mangiare tutti i cibi solidi. Beveva solo latte, tutto il giorno! Ogni giorno io ho continuato a proporle il suo piattino con pranzo e cena puntualmente finito purtroppo nella spazzatura… Fino a quando un giorno, da sola, ha deciso che avrebbe assaggiato qualche penna al sugo… ed ora, dopo 6 mesi un passetto alla volta stiamo arricchendo piano piano di nuovo (e lo sottolineo perchè prima mangiava di tutto poi improvvisamente più nulla) la scelta dei cibi… La piccolina invece fino ad ora prosegue nella sua nomea di mangiona!! Speriamo vada avanti così o comunque che non abbia cambiamenti repentini (tanto altri figli all’orizzonte no!) 😉