Infobesity: difendere bambini e ragazzi dalle bufale online

Obesità, pare sia uno dei problemi del secolo. Ma siamo sicuri che solo il cibo possa portare all’obesità?
Qualche tempo fa abbiamo parlato di falsi miti alimentari e della facilità con la quale si diffondono e vengono condivisi on line. Oggi vogliamo parlarvi del perché accade questo, delle dinamiche che ci sono dietro e di cosa si può fare per verificare le fonti e quindi capire se fidarsi o meno dell’informazione ricevuta.

Perché parliamo di obesità?  

Il termine Infobesity nasce in America pochi anni fa e indica il disagio procurato dal sovraccarico di informazioni al quale internet ci espone.

Sembra incredibile  ma il numero di comunicazioni che vengono pubblicate in rete giornalmente (email, post, tweet, news, podcast, audio/video, ecc.) negli ultimi dieci anni si è moltiplicato per 10.
Questo fa sì che, noi lettori, veniamo travolti da un flusso continuo  e ci ritroviamo ad assorbire qualsiasi tipo di informazioni in modo sia cosciente che involontario.

Quali sono i sintomi e i problemi creati dall’Infobesity?

Analogamente all’obesità dovuta al troppo cibo, sembra ormai certo che l’infobesity può creare dei disturbi che riguardano soprattutto l’argomento che ci sta tanto a cuore e cioè la diffusione delle bufale alimentari on line.
Il disturbo principale correlato all’Infobesity è proprio la difficoltà nel selezionare e quindi gestire le informazioni realmente importanti e di conseguenza prendere decisioni.
Ma oltre a questo che spiegherebbe già il perché tendiamo a ritenere importanti informazioni delle quali non abbiamo verificato le fonti, ci sono anche altri disturbi: la difficoltà nella memorizzazione, la diminuzione dell’attenzione necessaria per seguire fino alla fine e comprendere appieno un contenuto, la diminuzione nella capacità di valutare le informazioni,l’ eccesso di fiducia in quello che si legge.

Se ai sintomi dell’Infobesity ci aggiungiamo l’adorazione di alcune persone per il catastrofismo di certi titoli, ciò che ne viene fuori è veramente un mix pericoloso perché esplosivo. Persone che leggono velocemente solo i titoli, non verificano le fonti e condividono usando i social network e cercando di coinvolgere altre persone. Ecco la genesi di una bufala online, alimentare o non.

Questo aumenta quando poi ci si schiera a favore di una o di un’altra fazione. Il tema alimentazione è sempre molto delicato e qualsiasi argomento si decida di trattare, sarà sempre oggetto di diatriba tra i genitori: allattamento, autosvezzamento, vegan… etc. Quando queste diatribe si accendono ci si aggrappa ai titoli per dimostrare che la tesi sostenuta è quella più giusta o più accreditata.
E il numero di condivisioni sale in maniera esponenziale.

Ma una volta imparato a non credere a qualsiasi cosa abbia un titolo interessante e a verificare l’autorevolezza della fonte che pubblica la notizia, come fare a insegnare ai bambini a non cadere nel tranello?

Come insegnare ai bambini a difendersi dall’infobesity?

Questo è un problema non da poco, specialmente se riguarda bambini e ragazzi in età scolare, che stanno disimparando a reperire le informazioni in modo critico, a filtrarle e a sintetizzarle.

Ecco alcuni semplici suggerimenti per distogliere bambini e ragazzi dall’ossessione dell’uso dei media digitali e abituarli a usare bene tutti gli strumenti che hanno a disposizione, con un approccio critico e ragionato:

1. A letto si dorme: non permettere ai bambini di portare giocattoli a letto, ben presto potrebbero voler portarci il proprio smartphone;

2. Diamo il buon esempio: ad esempio lasciando che la domenica sia un giorno sottratto al lavoro, durante il quale dedicare attenzioni ai bambini limitando l’utilizzo di smartphone o PC;

3. NoTech Day: spegnere la tecnologia e giocare o fare passeggiate all’aria aperta tutti insieme, palestra di vita e stimolo continuo per la loro crescita;

4. Adolescenti digitali: aiutarli ad  eliminare l’abitudine di rispondere immediatamente a ogni messaggio, mettendo un punto fermo, a una certa ora smartphone e PC si spengono.

5. Via libera alle domande: abituare i figli a farsi delle domande quando si trovano di fronte a una notizia, chiedersi da dove arriva, chi sostiene quelle idee e perché, quali sono le fonti.

Cosa ne pensate? Come vi comportate di fronte al bombardamento di informazioni a cui siamo sottoposti e quali consigli date ai vostri figli su questo tema?

Se anche voi almeno una volta siete incappati in qualche bufala online su cibi ritenuti dannosi o che fanno dimagrire o dai miracolosi effetti benefici, partecipate con noi alla #OperazioneFalsiMiti per smascherare le bufale alimentari che corrono sul web. È facilissimo, basta segnalarci la bufala alimentare da voi scovata in rete condividendola su Facebook o Twitter con l’hashtag #OperazioneFalsiMiti o lasciando un commento a questo articolo oppure raccontandola in un post sul proprio blog e comunicandoci il link.

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photo credit: akz / 123RF Archivio Fotografico

Author

Digital Lover e socialmediaholic, da sempre web addicted e dal 2007 anche mamma (acrobata) di Arianna e dal 2012 di Micol. Mammeacrobate è la mia terza creatura! Qualcosa di me la trovi anche qui www.manuelacervetti.com

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