Il cervello delle mamme: la maternità ti fa intelligente! - Mammeacrobate

Già guardando la copertina dell’edizione italiana de Il cervello delle mamme di Katherine Ellison, edito da Rizzoli, non ho potuto fare a meno di sorridere.
Su fondo giallo, infatti, viene rappresentato un cervello umano (o meglio sarebbe dire, materno) come l’ingarbugliato groviglio di una catenella porta ciuccio dalla quale spunta, all’altezza del collo, il ciuccio stesso.
Sorridere è d’obbligo perché quale madre non ha pensato, durante la gravidanza o poco dopo la nascita del proprio bambino, di avere donato tutti i suoi neuroni alla cura della sua creatura?
Nel momento stesso in cui ci troviamo davanti alla lineetta del test di gravidanza positivo, di colpo la nostra mente viene catalizzata dal pensiero di nostro figlio e questo status di estatica confusione ci accompagna per molti, molti mesi a venire.
Da qui il luogo comune che le donne perdano, con la maternità, parte della loro intelligenza. Che diventino svampite, che scordino le cose, che non abbiano la stessa prontezza nel lavoro e nella vita sociale, insomma che perdano il loro “smalto” come donne.

Katherine Ellison, madre di 2 figli e autrice di questo interessante pamphlet, la pensava esattamente alla stessa maniera e così, da giornalista d’assalto e premio Pulitzer, decise di rimandare al limite della possibilità biologica la maternità.
Quando però, alla soglia dei 40 anni, si decise a metter su famiglia, si accorse che tutti questi luoghi comuni in realtà erano totalmente infondati e da allora si dedicò a raccogliere informazioni scientifiche a sostegno del fatto che non solo le madri non perdono la loro intelligenza, ma al contrario l’aumentano, sviluppando capacità e abilità mai sperimentate in precedenza.

Nel libro si racconta che a fronte di una serie di test condotti su un campione di donne (madri e non) si riscontrava una perdita momentanea di  “intelligenza” nei momenti immediatamente successivi al parto. Tale perdita sarebbe motivata non da un effettivo venir meno di capacità intellettuali, ma dal fatto che queste capacità si concentrino in maniera esclusiva sul nuovo nato. Tutti i sensi, l’intelletto, l’attenzione sono diretti al piccolo, così da poter rispondere in maniera pronta e pertinente ad ogni sua necessità e a garantirne la sopravvivenza.
Passata questa fase iniziale, però, la donna, oltre a recuperare il pieno dominio del proprio intelletto, sviluppa, grazie all’esperienza della cura dei propri figli ,una serie di skills fino ad allora inutilizzati.
La maternità, infatti, favorisce la capacità di concentrarsi su un obiettivo primario, senza tralasciare le altre incombenze che la vita quotidianamente ci riserva.
Katherine Ellison si scopre in grado di gestire l’educazione di due figli, una casa e un lavoro impegnativo come quello di giornalista e scrittrice, spesso in viaggio per presentare i suoi lavori, riuscendo in ogni cosa al pari e forse meglio di quando i suoi figli non erano ancora nati e le sue ricerche scientifiche non fanno che avvalorare la sua esperienza.

Forse può sembrarci “scontato”, da mamme quali siamo, pensare che una mamma sia l’emblema dell’efficienza.
Ogni giorno ci troviamo a gestire noi stesse, i nostri figli, i nostri mariti, la casa, il lavoro, i genitori, senza rinunciare a farci belle, a leggere, a coltivare le nostre passioni, le nostre amicizie, i nostri hobbies.
Se però ci guardiamo dal di fuori capiremo che molte persone, purtroppo, e molti datori di lavoro in particolare, non riescono a cogliere in noi quest’enorme potenzialità.
Una madre ha una capacità di concentrazione invidiabile, l’organizzazione è il must della sua esistenza, non si spaventa davanti agli ostacoli o agli imprevisti perché è abituata, nel suo ruolo,  a gestire ogni emergenza e questo vale sia nella vita privata che nel lavoro.
Quante volte ci capita di venir colte dal panico di aver dimenticato di fare qualcosa per poi scoprire, senza neanche essercene accorte, di averla già fatta e alla perfezione?
Alla luce di tutto ciò, il messaggio implicito dell’autrice è quello di esortare le mamme ad avere autostima e fiducia, a confidare nelle proprie innate capacità e a mostrarle in ogni ambito, specialmente in quello lavorativo, senza temere di essere inferiori a nessuno o inadeguate.

Per questo invitiamo le neomamme incerte e spaventate, ancora vittime della paura di non bastare e non bastarsi mai, a leggere questo libro per convincersi, una volta di più, di quanto la maternità sia, in tutto e per tutto, un valore aggiunto, tra mille quotidiane acrobazie.

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