Il genitore "perfetto"? È quello con voto dal 6 al 7

Tra me e me, qualche giorno fa, scorreva questo pensiero:

“Sono più brava come matrigna che come mamma”.

Autocritica legittima? Autolesionismo? Insicurezza atavica? Sciocco e inutile confronto?

Forse il punto su cui soffermarsi, la riflessione che merita, è il concetto di good enough. Abbastanza buono.

Nessun genitore è perfetto, e ambire ad essere abbastanza buoni, è già un ottimo obiettivo. Certo, quell’abbastanza è così vago, da potersi collocare in una scala da 1 a 100 attorno al 60 o al 70…per qualcuno magari è persino 80.

Ognuno ha il proprio senso di abbastanza. Io credo che abbastanza buono, come era nei voti a scuola, sia un banalissimo 6/7.

Quanti ne ho presi, io, di 6/7…e i prof ripetevano: “è in gamba, ma dovrebbe applicarsi di più!!”.

Il punto, per chi ha il caso di essere sia mamma sia matrigna, è che come genitori ci sentiamo tendenzialmente inadeguati, mentre come genitori acquisiti ogni mattoncino costruito è una conquista.

Come genitori dei figli nostri ci mettiamo sempre in discussione, ci confrontiamo con loro, mettiamo le nostre esperienze di bambini con i nostri genitori (che oggi sono i nonni) al posto delle loro.

Per non parlare dei sensi di colpa, delle mille paure. Come genitori acquisiti, invece, partiamo un passo indietro. Con la lucida consapevolezza che noi non siamo il centro dell’universo.

Detto questo, essendo sia mamma sia matrigna, credo che sia impossibile essere matrigne con i propri figli naturali. E’ più forte di noi. Qualcosa, però, si può imparare. Un po’ di sano distacco.

Quello che, prima di quanto possiamo immaginare, dovremo sviluppare se non vorremo soccombere alle prime uscite da soli dei nostri figli, ai primi doloretti del cuore, alle prime magre delusioni.

Un po’ di distacco, un pizzico di ironia, tanto rispetto.

Ci si diverte anche di più!

photo credit: Exam via photopin (license)

Author

Giornalista-blogger e mamma-matrigna. Questa sono io. Con il blog mammamatrigna cerco di raccontare gli scuotimenti e le difficoltà di questo doppio ruolo. Lo faccio perché fa bene a me e spero porti sollievo anche a chi mi legge. La famiglia allargata è complessa ma non impossibile. Ci vuole coraggio, amore e pazienza. E un pizzico di ironia. Un pizzico, eh!!