Chi è il tuo “genitore automatico” e che ruolo ha?

Hai presente quella volta in cui hai detto:

“Io non sarò mai come mia madre!”

oppure

“Io non dirò mai certe cose a mio figlio!”

Non so se a te è capitato, ma spesso dopo certe affermazioni si materializza magicamente la situazione in cui ti accorgi di comportarti proprio come tua madre o di aver appena detto a tuo figlio le fatidiche parole che eri sicura non avresti mai pronunciato.

Perché succede?

Perché dentro di te, dentro ogni mamma e papà, vive qualcosa che influenza il tuo modo di essere genitore, senza che tu te ne accorga. Si tratta del tuo “Genitore automatico”, ossia del tuo essere genitore in modo inconsapevole, spontaneo, automatico appunto.

Qui la spontaneità non corrisponde però al virtuoso istinto genitoriale di cui tanto si parla, ma al prodotto delle tue esperienze infantili e dei condizionamenti culturali a cui il tuo ambiente famigliare ti ha sottoposto.

I tuoi genitori, e le altre persone che ti hanno accudito, hanno usato con te parole e azioni che riflettevano il loro modo di pensare e vedere l’educazione dei figli. Un modo di pensare, un insieme di credenze e convinzioni che hai inconsapevolmente fatto tue e imparato ad accettare come vere, senza metterle in dubbio.

Si tratta delle convinzioni che oggi determinano in gran parte il tuo modo di comportarti con tuo figlio, senza che tu te ne renda conto.

Intendiamoci, i tuoi genitori hanno sicuramente fatto del loro meglio per crescerti e probabilmente le cure che hai ricevuto erano adatte a te, ma non è scontato che lo siano anche per tuo figlio. Ogni bambino è unico, con il suo temperamento, il suo modo di reagire alle situazioni, i suoi bisogni e desideri. Dobbiamo rendercene conto, se vogliamo rispondere in maniera specifica ed efficace alle sue esigenze.

Tuttavia, non sono solo i comportamenti dei tuoi genitori a nutrire il tuo “genitore automatico”. Un’influenza fondamentale la esercita anche il tuo “bambino interiore”, ossia l’aspetto “bambino” della tua personalità, che comprende tutti quei tratti naturali e acquisiti che ti hanno caratterizzato durante l’infanzia: entusiasmo, spontaneità, curiosità, creatività, ma anche timore, ribellione, ottimismo o arrendevolezza, per esempio.

Nella parte “bambina” sono comprese tutte le emozioni, positive e negative, che definiscono il tuo modo di comunicare con gli altri, compresi i figli.

Ecco che quando si diventa genitori la parte bambina si riattiva, nel bene e nel male. Sì, perché da un lato riusciamo a lasciarci trasportare dalle emozioni che i figli ci fanno vivere, ma dall’altro lato possono emergere ferite e bisogni insoddisfatti durante l’infanzia, che possono influire negativamente sul nostro modo di essere genitori.

Che cosa puoi fare per non farti schiacciare dal tuo “genitore automatico?”

Puoi recuperare la tua parte “adulta”, fermarti a riflettere sui tuoi comportamenti con i figli e diventarne consapevole. Questo è il primo passo per cercare di cambiare le credenze del genitore automatico e sostituirle con altre, più funzionali e adatte a te e al rapporto con il tuo bambino, nella tua famiglia e nel contesto più ampio in cui vivete.

Facile? No, perché modificare le nostre credenze è un lavoro faticoso e richiede un bell’impegno personale.

Sono convinta, però, che valga la pena provare, perché educare, in fondo, significa aiutare un bambino a tirare fuori il meglio di ciò che è. Per farlo è necessario imparare a conoscerlo davvero e a sviluppare il nostro personale intuito educativo, senza prenderlo in prestito da qualcun altro.

Mamma e papà ci perdoneranno, giusto?

Adele Borroni – www.mammeimperfette.com

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photo credit: clearphotograph / 123RF Archivio Fotografico

 

Author

Insegnante, autrice e blogger fondatrice di mammeimperfette.com, mamma entusiasta, e a tratti ancora incredula, di Fabio e Marco. Appassionata e avida studiosa di autostima per bambini, ne scrivo spesso sul mio blog e ho raccolto i consigli pratici più efficaci per svilupparla nell'ebook “Mamma, io valgo!” e nei video del Percorso Aiedi. “Aiedi” è l'approccio che seguo per accompagnare i miei figli nella crescita, in cui autostima, intelligenza emotiva e autodisciplina sono le tre risorse indispensabili da favorire nei bambini per aiutarli a crescere sicuri di sé, autonomi e capaci di essere felici. Due maternità nel giro di 18 mesi mi hanno cambiato la vita, in meglio, e mi hanno portato a riflettere su chi volevo davvero diventare “da grande”. Decisamente imperfetta e con tanta voglia di migliorare, sono convinta che se vuoi che le cose cambino, tu devi cambiare.

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