Di emozione in emozione: io esisto e mi piace! - Mammeacrobate

di emozione in emozione: io esiste e mi piaceDi emozione in emozione per raccontare le tappe dello sviluppo emotivo dei bambini, in compagnia di una pedagogista, una mamma blogger e di Chicco.

 

Un neonato prova emozioni semplici ma intense, strettamente legate al soddisfacimento dei propri bisogni primari.

Il bisogno di latte, di aria, di essere protetto, di contatto fisico sono essenziali per la sua sopravvivenza. Per sopravvivere, ognuno di noi, già nel primo mese della propria vita, ha comunicato in modo inequivocabile se era felice o meno, esprimendo con forza i suoi bisogni e se erano stati soddisfatti o meno.

Il neonato sente di avere dei bisogni, ma non ha strumenti verbali per comunicarli, per cui comunica attraverso il suo corpo: piange, si irrigidisce, trasale, fa una smorfietta, un sorrisetto e si abbandona nelle braccia di chi si prende cura di lui.

Le sensazioni che il corpo gli comunica (ad esempio il sapore del latte, il piacere di succhiare, il profumo della mamma, il suo corpo morbido e caldo) prendono una forma e diventano un’immagine a cui è legata un’emozione di piacere e soddisfazione.

Questo è possibile se il bambino trova qualcuno che si occupa di lui, non anticipa o decide per lui di cosa ha bisogno senza osservarlo, ascolta i segnali che comunica e si preoccupa di “tradurli”.

La mamma interpreta il pianto del bambino e intuisce di volta in volta se ha bisogno di mangiare, di dormire, di essere coccolato, coperto o pulito. E come i genitori imparano piano piano a conoscere sempre meglio il proprio bambino, allo stesso modo il bambino apprende ad esprimere con fiducia i suoi bisogni.

“Ho un dolore, mi inarco e piango, mamma o papà mi coccolano e massaggiano, io provo piacere e sorrido”: il bambino in questa sequenza impara che, se ha un bisogno e compie un’azione (inarcasi, piangere), c’è qualcuno che può dargli una riposta e quindi si sente felice. Impara che “esiste” e ha un impatto e contemporaneamente apprende che per soddisfare i suoi bisogni deve esprimerli.

La risposta attenta del genitore fa sentire il bambino soddisfatto e felice: si fiderà di se stesso e saprà di avere nei genitori una base sicura.

Il vostro bambino esprime con fiducia i suoi bisogni, cosa gli fa piacere e cosa non gli piace: ricordatevi anche voi neomamme e neopapà, in questa fase bellissima ma impegnativa della vostra vita, di chiedere attenzione per voi e per i vostri bisogni.

 

di Barbara Laura Alaimo, pedagogista

 

 

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Il giorno in cui è nato Francesco è stato un gran giorno. Nella sala operatoria è entrata una donna con un enorme pancione e ne è uscita mamma. Quella donna ero io.

Nell’ospedale in cui ho partorito non c’era il rooming-in; Francesco rimaneva tutto in giorno nel nido con le puericultrici, salvo quando lo portavano da me per allattarlo. Questa cosa mi faceva sentire una centrale del latte, non una donna che aveva appena avuto un figlio con cui avrebbe dovuto annusarsi e stabilire un legame emozionale.

Mentre Francesco era con me assecondavo ogni sua – apparente – esigenza. Se voleva stare in braccio – rigorosamente a schiena dritta a non disteso – lo tenevo così, se voleva allattare senza sosta anche. Cercavo di assecondarlo anche per non sentirlo piangere altrimenti tra le sue e le mie lacrime da neomamma avremmo allagato l’ospedale 🙂

Nei giorni seguenti, quando ero a casa, il ciuccio è stata la mia ancora di salvezza. Il fatto che non usasse il seno come succhietto, mi ha permesso di avere un po’ di tempo anche per me per riposare e recuperare le energie!

Non esistono oggetti di consolazione che valgono per tutti i bambini (tranne la mamma, s’intende), non esistono metodi univoci che hanno successo sempre, così come non esistono momenti perfetti uguali a come li avevamo immaginati. Fare il genitore, appunto, è un mix di momenti imperfetti ma estremamente preziosi.

E finora, collezionando momenti simili, ho imparato che l’unico modo per diventare un (buon) genitore è provare, fallire, mettersi in discussione e riprovare. Sin dai primi giorni.

 

Di Bismama

 

 

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di emozione in emozione: i bisogni dei neonati

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2 Comments

  1. Questo post mi ha fatto emozionare, non avevo mai pensato al pianto di un neonato in questi termini, è proprio così, afferma di esistere e cerca di spiegarci i suoi bisogni!
    Grazie alla pedagogista per questa chiara ma emozionate spiegazione 🙂 e anche alla blogger Bismama per la sua testimonianza (non conoscevo il suo blog ma da oggi lo seguirò!)

    • MammeAcrobate

      [quote name=”Chiara”]Questo post mi ha fatto emozionare, non avevo mai pensato al pianto di un neonato in questi termini, è proprio così, afferma di esistere e cerca di spiegarci i suoi bisogni!
      Grazie alla pedagogista per questa chiara ma emozionate spiegazione 🙂 e anche alla blogger Bismama per la sua testimonianza (non conoscevo il suo blog ma da oggi lo seguirò!)[/quote]

      Ciao Chiara! Grazie!!