3 consigli pratici per migliorare la relazione con i nostri figli - Mammeacrobate

Ogni bambino, lasciato libero di essere se stesso, ci conduce per mano in un mondo fatto di giochi, nuove cose da conoscere e nuovi mondi da esplorare. Riuscire ad aprirci a quel mondo è un modo per rispettare la natura intrinseca di ogni bimbo e nutrire la relazione costruttiva con nostro figlio.

Ma cosa possiamo fare – nella pratica – per aprirci alla migliore relazione con nostro figlio?

Ecco qui per voi 3 step utili e pratici:

  • scegliere a cosa dare potere
  • entrare in contatto con il proprio bimbo interiore
  • accogliere l’emozione di nostro figlio

1) Scegliere a cosa dare potere

In ogni istante nella vita possiamo scegliere a che cosa dare potere e dove mettere l’accento e la nostra energia. In ogni istante possiamo portare coscienza a noi stessi.

L’altro giorno sono scesa in cucina per fare una pausa e vedo per terra tutti i vestiti che mettiamo nel cesto della biancheria sporca. E quando dico tutti… intendo proprio tutti.

Mi sono accorta però un istante prima che il coperchio della cesta si stava chiudendo da dentro. Ecco che la curiosità ha preso il sopravvento e sono andata a sbirciare cosa stava succedendo nella cesta. Era mio figlio di poco più di 4 anni che si era infilato dentro in sacro silenzio. Aveva portato con sé un telo nuovo che gli avevo dato e che per tutto il giorno si portava appresso giocando a mondi che solo lui nella sua fantasia vedeva.

Il divertimento per quell’immagine e la tenerezza che ho provato ha preso il sopravvento e ho amato profondamente quel momento assieme a mio figlio. Dopo avere per un po’ giocato assieme mi son messa a fare altro. E così anche mio figlio.
I vestiti? I vestiti sono rimasti tutti per terra.
Come mettere ordine? Ho preso spunto dallo spirito di prima: ho giocato con lui.

Mi sono messa in ginocchio in modo da guardarlo negli occhi (quanto siamo grandi noi adulti per i nostri bambini!)
Gli ho detto “adesso giochiamo a mettere tutti i vestiti dentro la cesta!” e ho cominciato io.
Lui subito ha compreso il gioco e con bravura e destrezza in un batter d’occhio avevamo messo tutto in ordine.

Ogni giorno noi siamo di fronte alla scelta di dare tutta l’attenzione solo ai vestiti a terra, oppure andare un po’ più in là e scovare quel bambino curioso che stava giocando ed esplorando. E sebbene non sempre sia facile, scegliere è comunque sempre possibile, basta mettere l’intento e diverrà sempre più frequente.

2) Contattare il proprio bambino interiore

Il secondo step per aprirci alla migliore relazione con nostro figlio è mantenere aperto il dialogo con il nostro bambino, o bambina, interiore che da sempre è con noi, anche quando ce ne dimentichiamo.

Come mai è così utile anche nella relazione con nostro figlio?

Ricordiamoci sempre: i bambini sono bambini e vogliono giocare! Soprattutto quelli più piccoli. Attraverso il gioco abbiamo visto che possiamo proporre loro anche le regole.
Questo richiede per noi un “esercizio” quotidiano nel contattare il nostro bambino interiore che, quando è tranquillo ed ascoltato, vuole giocare e divertirsi. È quella parte di noi che prende la vita con un sorriso e con gioia. Che è curioso di esplorare e conoscere il mondo. Che è determinato e vuole fare ciò che si è prefissato di fare. Contattare questa parte dentro di noi, ci permette di cogliere al volo nostro figlio e di aprirci alla creatività che i bambini hanno dentro da sempre.

Operando più spesso così, ci renderemo conto che ne avremo dei benefici in termini di salute e di tranquillità interiore. E che la vita sarà più semplice.

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3) Accogliere l’emozione

Eccoci al terzo step per aprirci alla migliore relazione con nostro figlio: accogliere la sua emozione.

Questo passaggio lo trovate raccontato dettagliatamente in uno dei tre video gratuiti dal titolo “Niente più urla e conflitti in famiglia”

Perché è così importante accogliere l’emozione? Perché in questo modo diamo valore al mondo interno di nostro figlio. È come se gli dicessimo “Quello che tu stai provando va bene. Io ti capisco”. Se lui arriva da noi arrabbiato, è totalmente inutile dirgli “No, non bisogna arrabbiarsi” Il messaggio implicito che gli arriva è: “Quello che tu stai provando è sbagliato”. E da lì a pensare – io sono sbagliato – il passo è breve.

Già nella parola accogliere è contenuto il messaggio profondo: bisogna raccogliere prima quello che c’è. Nella forma in cui è.
Se nostro figlio urla entusiasta mentre stiamo guidando “guarda mamma! c’è il parco giochi!” quello che sta provando è gioia ed entusiasmo. Partiamo dunque da quella sua emozione, prima di qualsiasi altra cosa, rimandandogliela: “Sì, certo amore, che bello il parco giochi!”.
Abbiamo raccolto-accolto la sua emozione rispecchiandola a lui.
Quante volte invece di fronte al “guarda mamma! c’è il parco giochi!” noi per prima cosa mettiamo le mani avanti dicendo “No! non possiamo fermarci” oppure facciamo finta di niente ignorando la sua emozione, senza aver accolto ciò che ci ha portato.

Talvolta basta davvero poco.

Cosa fare nel caso ci faccia una richiesta che non possiamo eseguire?

Alcune volte nostra figlia, o nostro figlio, ci può fare la richiesta di fermarci e andare a giocare, in un momento in cui noi magari proprio non possiamo.
Nel caso non potessimo fermarci, possiamo dirgli: “lo so, è molto bello giocare al parco giochi, ora però mamma non può fermare la macchina. Dobbiamo andare nel posto tal dei tali…”

Può essere che il bimbo metta un po’ il broncio, oppure pianga, oppure rimanga tranquillo. Se rimane tranquillo, è felice che mamma l’abbia capito e condivida con lui la gioia dell’aver visto il parco giochi e questo gli basta.

Se ha il broncio o piange, invece di arrabbiarci con lui credendo che stia facendo un capriccio inutile, possiamo comprenderlo dicendogli “mannaggia, che tristezza che viene quando non possiamo fare quello che vogliamo, capisco che ti venga da piangere”.

Non vi fermerete al parco giochi però lui si sentirà accolto e capito e la vostra relazione ne avrà un grande beneficio!

 

Questo guestpost è stato scritto per MammeAcrobate da Simona Vanetti, psicologa, artista, formatrice e co-fondatrice di  www.Lallafly.com , un portale dedicato ai per-corsi formativi per chi è genitori o vuole diventarlo.

 

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1 Comment

  1. Dare attenzione a quello che c’è, non soffermandosi solo sugli aspetti negativi. Articolo illuminante!