Bambini, divieti e regole: come trovare il giusto equilibrio?

Regole sì, regole no…è sempre l’annoso problema dei genitori di oggi che, cresciuti in un clima educativo che poco lasciava loro da decidere come figli, rischiano di oscillare tra troppo lassismo ed eccessiva rigidità.

Quando i bambini sono piccoli, spesso i genitori sono in difficoltà a dare regole e limiti perché contattano il senso di colpa al primo moto di protesta dei loro bambini – soprattutto quando lavorano tutto il giorno ed il tempo a disposizione per stare insieme è poco e lo vorrebbero passare in serenità e non in conflitto con i figli. Quando poi i figli iniziano a crescere fino a diventare adolescenti, i genitori si rendono conto che iniziare a mettere regole a questa età diventa una fatica titanica.

Tuttavia neanche porre troppe regole e troppo rigide garantisce risultati brillanti: la giusta misura sta nel far capire, piano piano, l’utilità delle regole. Il processo che deve avvenire, da un punto di vista psicologico, è quello di dare delle regole dall’esterno che piano piano i bambini dovranno interiorizzare in modo da imparare ad autoregolarsi nel comportamento e nell’interazione con gli altri, creandosi una coscienza interna che aiuti il bambino a giudicare quali cose sono giuste e quali sbagliate, per sé e per gli altri (quello che Freud chiamava Super-Io). Se il bambino non arriva a capire il senso delle regole che gli vengono proposte, magari per timore delle punizioni potrà comunque obbedire, ma non farà l’esperienza di comprendere il valore dell’insegnamento e di interiorizzarlo, utilizzando quella regola nel corso della sua vita.

Quali funzioni hanno le regole?

  • Imparare a rispettare se stessi e ad avere cura di sé, attraverso il conoscere ed evitare i pericoli (come la regola di non toccare le prese elettriche, o di non attraversare la strada con il rosso, o di non mangiare troppa cioccolata, fino al non accettare le famose caramelle dagli estranei, ma oggi più che mai anche le regole per l’uso di cellulari e internet)
  • imparare a rispettare gli altri (come la regola di aiutare nelle faccende di casa, non alzare le mani per risolvere un conflitto, rimettere a posto le proprie cose, lasciare pulito il bagno quando lo si usa, solo per fare degli esempi).

Per i bambini accettare e rispettare le regole è un percorso in cui entrano in gioco molte variabili:

  • innanzitutto entra il gioco il temperamento che influenza il modo in cui ogni bambino reagisce alla frustrazione di un no;
  • è inoltre importante il modo in cui le regole vengono comunicate: mai dire ad un bambino “è così perché lo decido io!”. I bambini reagiscono molto male a quelle che loro percepiscono come ingiustizie, come imposizioni senza motivo. Quindi, proprio per aiutare i bambini a interiorizzare la regola e farla diventare parte del loro sistema di valori interno, è fondamentale spiegarne il motivo: potranno continuare a non essere d’accordo (in fondo, capiamoli, stiamo negando o limitando loro qualcosa a cui magari tengono particolarmente), ma avranno comunque compreso per quale motivo è stato deciso quel limite. Inoltre, è importante la coerenza tra parole e comportamenti dei genitori: difficile che il bambino interiorizzi la regola di rispettare l’altro (e quindi anche le sue cose ed i suoi spazi) se per primo non è stato oggetto di rispetto. Quindi i genitori, quando ad esempio danno la regola di rispettare gli oggetti di mamma e papà, devono contemporaneamente agire nello stesso modo, per esempio, con i giochi del proprio bambino;
  • ha un ruolo importante anche l’ambiente sociale che circonda il bambino stesso. Oggi più che mai, infatti, per le famiglie diventa molto faticoso dare dei limiti quando la società manda il messaggio che tutto è possibile, a qualsiasi ora. Basti pensare ai tanti canali tematici esistenti: mentre prima era facile per il genitore dire “Ora basta cartoni animati”, perché il programma finiva e arrivava il telegiornale (quindi anche la televisione in qualche modo diceva al bambino che il suo spazio a disposizione nella programmazione televisiva era finito), adesso il genitore dice “Basta, è ora di andare a letto”, ma la televisione invece continua a mandare in onda cartoni animati passando il messaggio al bambino che se il genitore non glielo impedisse, ci sarebbe ancora tutto un mondo di cartoni da guardare. Sempre più bambini alla scuola primaria hanno il cellulare e usano i social network: anche in questo caso i genitori che ritengono che sia troppo presto per i loro figli, si trovano a dover combattere dure battaglie al suono di “Ma ce l’hanno tutti, sono l’unico che non ce l’ha!”.

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Quando si parla di regole…è importante sapere che:

  • prima si comincia e decisamente meglio è;
  • si deve mettere un numero ragionevole di regole, senza esagerare ed essere sempre coerenti. Quando si decide di fare un’eccezione (perché anche l’elasticità è una virtù), lo si spiega e si fa comprendere che si tratta proprio di un’eccezione;
  • durante la crescita e soprattutto quando ci si avvicina all’adolescenza, alcune regole si possono contrattare e decidere insieme, facendo capire al proprio figlio che le sue esigenze vengono ascoltate e prese in considerazione, ma anche che il compito educativo è dei genitori;
  • le regole si spiegano sempre e si mettono solo se siamo sicuri che noi genitori per primi le rispetteremo, dando il buon esempio;
  • quando i bambini sono un po’ più grandi e capaci di comprendere il nesso causa-effetto e la dimensione temporale, per ogni regola deve essere decisa una conseguenza nel caso non venga rispettata (se non rimetti a posto la tua camera, non puoi uscire dopo i compiti, per esempio). Ovvio che poi il genitore deve essere coerente nell’applicare le eventuali punizioni decise: non c’è nulla di peggio che perdere credibilità se si vuol far rispettare le regole di casa;
  • per ultimo, ma altrettanto fondamentale per la riuscita di una buona educazione alle regole, tra genitori deve esserci pieno accordo sia sulle regole da mettere sia sulle modalità per farle rispettare (premi e punizioni inclusi).

Comunemente si pensa che dare regole serva solo a non rendere maleducati i bambini, e a volte i genitori si dicono “Anche se non lo sgrido tutte le volte che a tavola si alza prima che tutti abbiano finito, quando sarà grande lo imparerà da sé, mica continuerà a farlo!”. Forse no, ma dentro quella banale regola, c’è un messaggio molto importante: oltre a guardare te stesso (sono sazio e stufo di stare a tavola), impara a guardare e rispettare i tempi e le esigenze di chi hai intorno.

Crescere senza regole significa non apprendere la capacità di autoregolarsi, quella fondamentale funzione che rende una persona davvero autonoma.

L’accudimento che i genitori esprimono verso i figli deve diventare quell’esperienza fondante che attiva nei figli stessi la capacità di vivere insieme alle altre persone in maniera rispettosa, serena e civile e di vivere con se stessi con lo stesso rispetto e serenità, evitando i pericoli e dandosi dei limiti in quei comportamenti o attività che possono danneggiarli.

Quando questo non avviene, diventare adulti maleducati a tavola è il male minore.

photo credit: photo credit: Dylan Sandwich via photopin (license) & photo credit: family rules via photopin (license)

Author

Psicologa e psicoterapeuta rogersiana, da diversi anni ho iniziato a lavorare con i neogenitori sia diventando insegnante di massaggio infantile, sia conducendo gruppi per genitori sull’educazione emotiva e su vari argomenti legati all’educazione e all’accudimento dei bambini, dalla nascita all’adolescenza. Sono profondamente convinta che sostenere i genitori nelle scelte educative, informare, spiegare, ma soprattutto ascoltare e accogliere dubbi, domande, fragilità, sia la strada più importante per promuovere il benessere dei nostri bambini e prevenire il crescente disagio infantile e adolescenziale. Nel mio lavoro porto la mia professionalità, ma anche la mia esperienza con i miei tre figli, gli errori fatti, i dubbi vissuti, le battaglie vinte. Perché non si può pensare di aiutare i genitori se ci si erge su un trono, ma solo se si condividono esperienze, fatiche, paure e soddisfazioni. Sito web: www.sentieridicrescita.com Facebook: https://www.facebook.com/pages/Sentieri-di-Crescita/ 653600438012603